NOVITA'
Il libro intende indicare una speranza scaturita da un percorso intrapreso da Miriam Gandolfi nel 1976 e confermata dalla ricerca
iniziata nel 2017, ideata da Miriam e sostenuto dalla nostra Officina del Pensiero. La
ricerca, conclusa nel 2020 causa restrizioni pandemiche, ha coinvolto una decina di giovani colleghe e colleghi che hanno accettato la modalità autogestita ed autofinanziata con cui dal 2001 opera,
per scelta deontologica, Officina del Pensiero. Grazie a loro abbiamo avuto accesso, autorizzati da Genitori, Dirigenti e Insegnanti, a Scuole Materne della Lombardia e del Trentino allo scopo di
validare una procedura diagnostica e riabilitativa già in atto dal 1992 e in grado di risolvere i
problemi di iperdiagnosi e cronicizzazione previste dal mainstream.
Alla fine è stato focalizzato un campione “pulito” di 163 bambini tra i 4 ed i 6 anni.
L’esito ha interessato, tramite il prof. Attà Negri coautore del libro, l’Università di Bergamo, che ha attivato un Corso annuale di Alta formazione post
Lauream giunto alla quarta edizione e che dall’anno 2023-2024 vede la partecipazione non solo di psicologi e pedagogisti, ma anche, per sollecitazione di Miriam, di Insegnanti. E' risultato
infatti evidente che la corretta e completa individuazione dei problemi e dei percorsi per prevenirli e superarli richiede la collaborazione di psicologi, insegnanti, genitori e famiglie e la
conoscenza delle realtà operanti nel territorio.
La teoria posizionale elaborata, sperimentata e testata da Miriam Gandolfi e dal gruppo Pando* evidenzia l’inconsistenza, in quanto
priva di riscontri documentati, dell’attuale indirizzo che cataloga le difficoltà scolastiche e comportamentali dei bambini come geneticamente determinate e conseguentemente croniche, unicamente
perennemente protesizzabili con strumenti pedagogici e farmacologici di contenimento e non di riabilitazione, che nel nome dell’inclusione escludono i bambini da un futuro
autonomo e attivo. Sradicandoli dal contesto dell’abitare in cui i bambini dovrebbero crescere sperimentando il mondo e le relazioni con le persone.
Posizionale significa che il bambino va compreso nel suo
ambiente, nel suo spazio-tempo, fatto di persone e spazi reali, dove il suo corpo si muove e muovendosi apprende gli orientamenti spaziali e sviluppa le attitudini motorie e cognitive che gli
permetteranno di approdare alla scritto-lettura in maniera adeguata, nei tempi naturali e con i propri ritmi. In un contesto (oikia-casa-famiglia-spazio/tempo) che
lo accoglie per quello che è senza imprigionarlo in quello che dovrebbe essere secondo regole imposte da chi, “esperto”, non riconosce né i bambini né l’ambiente contesto.
Infatti hanno introdotto nella scuola i visori per immergersi nella (ir)realtà aumentata. Estrema negazione del corpo e dello spazio senza i quali nessun essere vivente si sviluppa e
cresce.
Il libro non è una critica, per altro non necessaria, ai protocolli che imprigionano bambini, insegnanti e
genitori, ma intende indicare un percorso, già noto a chi da decenni lavora con i bambini e i ragazzi e le loro famiglie, per cui le difficoltà non diventano prigioni, ma possono, se
viste al momento di crescita adeguato, essere superate con semplici quotidiani ma potenti interventi che non patologizzano le famiglie e i bambini trasformandoli in futuri utenti
psichiatrici.
La ricerca e chi utilizza la teoria posizionale dimostrano che questa non è solo una speranza, ma una realtà ricca di soddisfazioni professionali e
di un futuro per le nuove generazioni che interrompe il terribile incremento delle “certificazioni” che in dieci anni sono aumentate del
408,4% (dati ministeriali 2021).
Numerosi sono gli insegnanti, che abbiamo incontrato, che intendono riprendersi il proprio ruolo professionale e sociale di educatori, con i genitori, del
crescere e non del contenere. In questa ottica il libro espone, oltre alla irrinunciabile cornice teorico-scientifica, parti specifiche operative per genitori, insegnanti e specialisti
psicologi e neuropsichiatri infantili.
Abbiamo nominato il gruppo di ricerca PANDO, in riferimento alla foresta di pioppo tremulo dello Uta, che è praticamente un’unica pianta (organismo) antica di 80.000 anni. Esempio di cosa significa complessità
e connessione di tutti gli elementi come unico modo di comprendere la Natura e i fenomeni della vita delle persone.